«La terapia per me è stato uno spazio in cui poter ammettere i miei pensieri più terribili senza giudizio e non venire soffocata dal senso di colpa […] senza sentirmi sbagliata.[…] in cui ammettere di essere stanca di lottare per trovare un briciolo di speranza in una vita che non volevo vivere. […] Analizzare me stessa è sempre stato un mio superpotere ma anche la mia più grande piaga. Ho imparato a non sentire così precocemente che mi sono dimenticata di dare un nome alle emozioni. Imparare a darmi il permesso di provarle è stata una delle cose più difficili, ma cazzo se la terapia è servita! […] Ho imparato a chiedermi: “perché sento questo?” e cercare una soluzione invece di chiudermi in un libro per spegnere i pensieri.[…] Sono fiera del coraggio che adesso ho nel prendermi il mio spazio per dire: “sono stata brava!”»